Mambila / Mambilla - Nigeria e Camerun

I Mambila, vicini del Namji, vivono ai lati del confine tra Nigeria e Camerun. In Nigeria (circa 100.000 persone) vivono sull'altopiano di Mambilla (nello stato di Taraba) da cui sono emigrati per il vicino Camerun, (dove vivono circa 30.000 persone) occupando la pianura di Ndon (o Tikar), nella regione di Adamaoua, a sud del territorio dell'etnia Jukun.
L'etnonimo preferito è scritto Mambila in Camerun e Mambilla in Nigeria. Viene anche usato "Norr" (la parola che indica "persona" nei dialetti nigeriani di Mambilla). La lingua appartiene al ceppo linguistico bantu, la cui dispersione nel continente data circa 2.000 anni fa.  Al di là di questo la loro storia è poco nota in quanto se ne conservano poche tracce nelle tradizioni orali.
Oggi i Mambila praticano il cristianesimo o l'Islam insieme alla loro religione animista, che include la stregoneria, la divinazione spider/crab (ragno/granchio) e rituali relativi ai cicli lunari. Vi è un certo disaccordo sul fatto che i Mambila pratichino il culto degli antenati anche se troviamo la credenza per cui quando uno muore, gli antenati prendono la loro anima durante la notte e capi ed altri importanti leader sono sepolti nei granai per promuovere la vita e la prosperità.
Oggi i Mambila vengono stimati in circa 130.000 individui la cui cultura ha creato un gran numero di maschere e sculture utilizzando il legno, l'argilla, la terracotta, il midollo della palma rafia.
Le sculture vengono principalmente eseguite dagli uomini e non esiste uno specialista incaricato ma su necessità viene creato l'oggetto rispettando i canoni previsti dalla tradizione. Lo stesso intagliatore si crea gli strumenti quali scalpelli o coltelli da intaglio e normalmente l'oggetto non è mai finemente rifinito. Sculture con facce a forma di cuore simboleggiano i primi tentativi artistici, mentre l'attuale maschera mostra stilizzazioni di uccelli, animali e umani. La maggior parte degli oggetti di culto Mambila furono raccolti da commercianti d'arte negli anni '60 e '70, nell'omonimo altopiano, lasciando pochissime maschere, statue e sculture da documentare.
Tra i Mambila esiste la società Suaga che presiede rituali ed iniziazioni a cui sono legate due tipologie di statue: Kike fatte di midollo di palma rafia e Tadep scolpite in legno leggero. 
Le statue Tadep possono rappresentare sia individui maschili che femminili e sono legate agli ambiti della malattia e della guarigione. La figura maschile ha una piccola apertura nell'addome su cui venivano poste piccole offerte di cibo che non si ritrova in quella femminile.
Le statue Kike, scolpite in midollo di rafia rappresentano gli spiriti ancestrali e venivano solitamente poste all'interno dei granai a protezione e custodia.
Le maschere vengono indossate durante le danze di fertilità dei raccolti che si tengono due volte l'anno, a Giugno/Luglio e a Novembre/Dicembre. In questo periodo ai giovani non sposati viene concessa la libertà di sperimentazione sessuale quale propiziazione della fertilità dei campi. Gli uomini viaggiano di villaggio in villaggio per i festeggiamenti che includono danze e gesta sportive. Si stringono amicizie ed alleanze intertribali. I rituali veri e propri che celebrano la semina delle culture vengono eseguiti solo dagli uomini in quanto solo qui le maschere vengono indossate e non possono essere viste dalle donne.
Il "Suah Bvur" è una maschera di primo grado, tipicamente ad elmetto e indossata sopra la testa, appoggiata sulle spalle di chi la indossa. È sempre accompagnata da un numero di maschere di secondo rango come la "Suah Dua", che poggia sulla parte superiore della testa. Quasi tutte le maschere e le statue sono interdette alle donne in quanto non sono autorizzate a vederle o farne parte.

 

Foto storica degli anni '30 del novecento di un granaio tradizionale Mambila. Il ripiano in primo piano serviva per esibire le statue Tadep a protezione della salute dei componenti della famiglia.

Statua Tadep in legno con incrostazioni di caolino. Si noti la caratteristica forma del viso a cuore che distingue le sculture tradizionali Mambila e il ricettacolo nell'addome per le offerte di cibo.

Statua Tadep con la testa ad uccello, una sostituzione più recente del classico motivo del volto a cuore come nella statua precedente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maschera ad elmetto chiamata "Suah Bvur" indossata sopra la testa durante i rituali legati alle nuove semine dei campi e quindi alla fertilità dei raccolti.

Feticcio usato a scopi protettivi contro la stregoneria e l'azione di spiriti malvagi

Statue Kike in midollo di palma di rafia con i colori tradizionali nero, bianco e rosso. Messe a protezione all'interno dei granai, rappresentano gli antenati che ne custodiscono il contenuto.

Pietre funerarie in terracotta. Ne esistono anche in pietra o in bronzo. Venivano poste tradizionalmente nel luogo della sepoltura del defunto.