Yaka - Rep. Dem. Congo

La parola Yaka significa "forte" e sottolinea lo spirito guerriero di questo popolo stanziato tra la provincia di Kwango e Kwilu in RDC e parlano dialetti appartenenti al gruppo Ki-kongo delle lingue bantu. Un tempo erano guerrieri temuti e parteciparono alla conquista di di Mbanza-Congo nel 1568 (città in Angola chiamata dai portoghesi São Salvador).

Nel XVIII secolo furono invasi dai Luwa, un ramo del popolo Lunda che  influenzarono fortemente l'organizzazione, la terminologia e i rituali del potere politico degli Yaka, anche se alcuni nuclei matrilineari mantennero il loro status di primi proprietari della terra. Gli uomini sono i responsabili della caccia mentre le donne si occupano delle coltivazioni agricole. 

Le maschere con manico come quella rappresentata a lato,  sono caratteristiche degli Yaka situati tra Kimbau sul fiume Inzia e l'area geografica di Nkanu e Zombo.

Gli Yaka seguono modelli di discendenza matrilineare, a cui si sovrappongono i calcoli dell'ascendenza patrilineare, del cognome e della proprietà della terra. Ogni comunità ha un capo locale che è il discendente diretto del proprietario terriero originario e di solito è controllato in una certa misura da un capo regionale supremo. Il governo congolese governa ufficialmente ciascuna regione insieme ai capi locali, controllando l'entità del potere di quei singoli capi. Specialisti rituali e divinatori che raggiungono la loro importanza attraverso la dimostrazione dei loro poteri curativi individuali informano anche le decisioni politiche.

 

La società di iniziazione dei ragazzi tra gli Yaka è la Nkanda, chiamata Mukanda tra il sottogruppo dei Suku che hanno rituali e maschere simili.  

Si prende cura dei ragazzi dai 10 ai 15 anni per fornire loro un insegnamento sia sul piano della conoscenza (in tutti gli ambiti compresi canti, danze, racconti tradizionali, piante officinali, ecc.) che sul piano dello sviluppo fisico. L'iniziazione pone particolare enfasi sull'importanza della prole e quindi sulle pratiche sessuali.

L'insegnamento si estende da uno a tre anni durante i quali i giovani stanno lontani dal villaggio durante i periodi di ritiro.  L'iniziazione termina con la circoncisione ed è occasione di grandi cerimonie, con narrazioni storiche, canti, danze e una prova iniziatica. I giovani, una volta iniziati, sono chiamati tudansi e partecipano come membri adulti alla società. 

 

Il sistema religioso degli Yaka prevede l'esistenza di Ndzambyaphuungu (il creatore che abita il cielo), responsabile della vita, della morte e di tutte le domande senza risposta. Non esistono pratiche religiose che rendano attivamente omaggio a questo dio. Invece, le celebrazioni religiose si concentrano sull'onorare gli anziani e i bambuta (antenati). La morte di un anziano è causa di una cerimonia pubblica eseguita da altri anziani. Bambuta può essere onorato riconoscendo e praticando i modi tradizionali e attraverso offerte e doni. Il luogo dell'offerta è solitamente uno yipheesolu (radura nella foresta). Questo posto è vietato agli estranei e a tutte le donne. Altrimenti le offerte possono essere fatte presso la tomba degli antenati. La divinazione è di primaria importanza per gli Yaka, e i poteri di un ngaanga (medicina) sono misurati dalla capacità di discernere la causa della malattia.

 

In generale, le maschere di iniziazione hanno il naso prominente, a “tromba” o all'insù; segno di un certo potere sessuale.

Tutte queste maschere vengono bruciate alla fine dell'iniziazione. I nasi vengono poi tagliati e le loro ceneri vengono raccolte per conservarle per future cerimonie di circoncisione.

 Esiste una gerarchia nelle maschere di iniziazione Yaka: la Ndeemba (vedi a lato) è la maschera "comune" che può essere indossata dai giovani iniziati. Sono fatte di legno morbido e leggero e vengono scolpite dai membri iniziati in piena libertà, per cui le forme sono molto varie. La parte scolpita, il volto, è piuttosto piccola. Il volto è incorniciato da un bordo sporgente come una visiera. E' decorato nei toni del bianco, del grigio, del nero e del rosso. Un collare di rafia molto abbondante conferisce loro un aspetto molto voluminoso ed esalta le piccole proporzioni della parte scolpita. La caratteristica più evidente è il naso enorme, curvo e forma di tromba, che sale verso la fronte e può essere unito ad essa.

Quando non è attorcigliato di solito è enorme. Gli occhi sono globulari e sporgenti.

La bocca ha una fila di denti o è semiaperta con una scanalatura segnata in bianco e nero o in altri casi in rosso. 

 

In alcune maschere Ndemba il volto umano è stato sostituito dal muso di un animale stilizzato, spesso un bufalo o un antilope. Nell'enorme varietà di maschere, alcuni tipi si ripetono a seconda del copricapo: alcune terminano con una sorta di dischi sovrapposti di dimensioni decrescenti dal basso verso l'alto, sormontati da un pennacchio. Altre volte hanno una acconciatura che cerca di riprodurre quella delle ragazze giovani, che chiamano acconciatura ad antenna. 

Queste maschere vengono utilizzate in cerimonie rituali quali i riti di circoncisione o quelli che segnano il reinserimento degli iniziati nella normale vita del villaggio. 

 

La maschera del leader, detta Mbala, (vedi a fianco e sotto) ha le orecchie svasate e l'acconciatura a spillo di fibre vegetali.

La maschera Mwelo o Mweelu serve come attributo per gli assistenti del maestro di iniziazione e circoncisione. Sono realizzate in tessuto e vimini o liane, di forma circolare con occhi sporgenti attaccati all'estremità di piccoli cilindri di bambù o tronchi di zucca. Il naso è sostituito da un becco di uccello.

 

Ci sono poi numerose variazioni di maschere a casco (vedi a lato) che vengono indossate come un elmo. Di solito sono realizzate in un unico pezzo di legno Gli occhi sono identificati da una fessura curva e perforata e sono solitamente sormontate da una scultura zoomorfa che si adatta alla forma curva, dall'alto verso la fronte. La decorazione può essere completata da chiodi di metallo e disegni geometrici. Sono maschere difficili da identificare in quanto molto simile a quelle usate dai vicini Suku

La maschera denominata Kholuka (vedi a lato e sotto) è una delle più importanti; appare solo durante le cerimonie che segnano la fine del periodo di clausura degli iniziati. È sempre una maschera molto colorata.  

Sul volto o sopra la maschera vengono rappresentate piccole scene, sempre con componente sessuale o relative ai cicli del sole e della luna.