Le maschere bifwebe (kifwebe al singolare) sono tra gli oggetti cerimoniali della società omonima (bwadi ka kifwebe) che svolge ancora oggi un ruolo di prestigio tra i
Songyé Orientali.
I membri di questa
società sono i basha masende, che possiedono le conoscenze necessarie per interagire con le divinità. Le maschere Bifwebe sono indossate con un abito lungo e
una lunga barba in fibra vegetale, durante le cerimonie più importanti.
La
maschera femminile detta kilume (bilum plurale), a differenza di quella dell'uomo, non ha la cresta nella parte superiore della testa e comprende incisioni fini
dipinte di bianco sul viso.
Maschere, colori e costumi hanno un significato
simbolico. Ogni parte della faccia della
maschera è associata ad un animale determinato come il leone, la zebra, il coccodrillo o il porcospino, di cui maschera imita il comportamento.
D'altra parte, i colori esprimono vari tratti di carattere o disposizioni mentali;
ad esempio, il bianco simboleggia aspetti positivi come purezza,
pace, luna e luce; il colore rosso è associato a
sangue, fuoco, coraggio e forza, ma anche alla distruzione e alla magia negativa.
Le striature sono una
scrittura a doppio senso: percorso o cammino dei morti in attesa di rinascita, mentre il naso o l'asse verticale di esso rappresenta l'albero della vita.
La bocca rappresenterebbe il becco dell'uccello o il fuoco dello stregone.
La maschera ha una funzione imprecatoria. Secondo i
Songyés, quella con le labbra carnose è predisposta a parlare ad alta voce.
Fondamentalmente, le maschere femminili riflettono le forze positive: sono indossate durante le danze notturne, durante le cerimonie lunari più importanti, o durante l'investitura o la morte di
un capo.
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