Sotto un esempio di maschera Toma chiamata Angbai, incarnazione dell'essere supremo chiamato Afwi a cui si rivolgono gli indovini per le divinazioni con le noci di cola. Assieme alla maschera Bakologi sono le maschere più sacre del mondo religioso dei Toma, la cui vista è permessa solo agli iniziati che possono guardarle o avvicinarsi a loro senza timore delle conseguenze.
La creazione di una maschera Angbai richiede una lunga sequenza di rituali e sacrifici per attivare correttamente la maschera. Si parte scegliendo l'albero adatto, chiamato buloi, e si cerca di convincerlo a sacrificarsi per la maschera con delle offerte. Per capire se l'albero acconsente al sacrificio gli si pianta un'ascia sul tronco e si ritorna il giorno successivo. Se l'ascia è ancora piantata nel tronco significa che l'albero ha accettato le offerte e di essere sacrificato per la maschera, altrimenti, se l'ascia è caduta a terra, si deve ricercare un altro albero. Ci vuole poi circa un mese per compiere tutti i rituali prescritti per l'attivazione della maschera, che è coperta da un rigoroso segreto e lascia raramente e solo in occasione di certe cerimonie, la capanna dove è custodita.
Una delle occasioni dove ne viene descritta la presenza è durante l'iniziazione dei giovani maschi alla società segreta Poro, che vengono divorati ritualmente dalla maschera prima di rinascere nella foresta sacra dove riceveranno gli insegnamenti segreti per divenire membri della società Poro. La mancanza della bocca sottolinea il fatto che non è una maschera parlante, vede ma non parla. Un'altra maschera usata durante i rituali di iniziazione è conosciuta con il nome di Mâ Da Ba.
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